La storia inizia nel 1957 a Liverpool, quando un diciassettenne John Lennon (nato il 9 ottobre del 1940) e un quindicenne Paul McCartney (nato il 18 giugno del 1942) s’incontrano in occasione dell’annuale festa all’aperto della Woolton Parish Church, dove John si esibisce con il suo gruppo The Quarrymen. A loro si unisce poi un compagno di scuola di Paul, un certo George Harrison (nato il 25 febbraio del 1943). Ai Quarrymen nel 1959 si aggrega un bassista, Stuart Sutcliffe, cui segue nel 1960 un batterista, Pete Best. A questo punto decidono di cambiare il nome della band in Silver Beatles.
Il loro primo tour internazionale, questa volta come The Beatles, si svolge ad Amburgo, città dove vengono ideati il famoso caschetto e il relativo look alla Beatles. Tornati in patria si esibiscono nuovamente al Cavern Club. Stuart muore per emorragia cerebrale nel 1962 e Paul passa così dalla chitarra al basso. Nel frattempo incontrano Brian Epstein, che diventa il loro manager. È a lui che devono tutto. Brian gli fa fare un provino alla casa discografica Decca. È l’1 gennaio 1962. Alla Decca però il produttore Dick Rowe li scarta. Non crede che possano avere successo. Un errore madornale il suo, narrato in un libro intitolato The man who gave the Beatles away, scritto da Allan Williams.
George Martin, produttore della Parlophone per la casa discografica EMI, decide che i quattro sono destinati al successo, anche se non vuole il batterista Pete Best. I Beatles firmano il contratto, danno il benservito a Best e mettono alla batteria Ringo Starr, incontrato ad Amburgo mentre si esibiva con i Rory Storm & the Hurricanes. Il 5 ottobre del 1962 esce Love Me Do, che li avvia all’eterna gloria.
Ma è il 1963 l’anno decisivo: le loro tournée in patria fanno il tutto esaurito, dopo Please Please Me escono From Me To You, She Loves You e I Want To Hold Your Hand. Nasce la Beatlemania. Suonano addirittura per la Regina Madre. E si permettono di fare tutto ciò che vogliono, come dire davanti a Sua Maestà "Quelli che occupano i posti economici applaudano, il resto di voi può far tintinnare i gioielli".
Si lanciano alla volta dell’America sperando di avere lo stesso successo riscosso in patria e l’isteria di massa li accoglie al Coliseum di Washington e alla Carnegie Hall di New York, in seguito a una partecipazione al celebre Ed Sullivan Show che tiene incollati oltre settanta milioni di american davanti ai televisori.
Producono altri grandi pezzi e cominciano persino a fare film. I successi sono tanti: Can’t Buy Me Love, Yesterday e I Feel Fine ad esempio, oltre agli album A Hard Day’s Night e Help. Il successo prosegue travolgente e nel 1966, dopo l’ennesimo tour americano, vogliono concentrarsi sulla musica e sperimentare nuovi sound, così decidono di non esibirsi più dal vivo. In fondo loro potevano permetterselo. L’anno dopo esce Sgt. Pepper’s: è la fase della psichedelia.
Il 27 agosto 1967, però, mentre i Beatles si concentrano sulla spiritualità con il loro nuovo guru, il Maharishi Yoghi, il manager Brian Epstein assume una dose eccessiva di sonniferi e muore. È l’inizio della fine. Nel 1968 Ringo Starr comincia ad occuparsi sempre di più di cinema, Harrison va spesso in India, Lennon vive la sua storia d’amore e artistica con Yoko Ono. McCartney, invece, prende il posto di Epstein nella band. In luglio esce Yellow Submarine, film a disegni animati nel quale fondono nuovi sound.
Alla fine del 1968 i Beatles danno vita a un doppio LP che passerà alla storia come The White Album. È sempre più difficile però per il quartetto stare insieme a causa dei diversi interessi, diverse personalità e nuovi amori che scalfiscono i rapporti. Nel 1969 Lennon e Harrison vengono fermati e rilasciati per possesso di stuperfacenti, McCartney si sposa con Linda Eastman, Lennon e Ono volano a Gibilterra per sposarsi e Ringo prende parte a The Magic Christian, film con Peter Sellers. Nel settembre 1969 esce l’album Abbey Road, un nuovo successo mondiale nonostante il travagliato periodo. Nel marzo 1970 esce il singolo Let It Be, ma il gruppo è ormai allo sbando, Starr e McCartney pubblicano da solisti. È la fine.